sabato 31 maggio 2008

Nata di uomo e di donna

Oggi mia madre mi ha detto che sono un mostro. Non ho pianto, non mi sono sentita ferita, sapevo che aveva ragione. Se anche chi ti dovrebbe amare per natura ti dice questo, vuol dire che è vero, vuol dire che la mia mostruosità è talmente grande, talmwnte evidente che ha esasperato perfino lei.
Ho detto anche, ma in realtà me l'ha detto solo mia madre. Non perché gli altri non abbiano il coraggio di dirmelo. Anzi quando a scuola mi capita di parlare con qualcuno mi sorridono. Non so cosa fanno quando mi giro, se ridono di me. Ho paura che succeda, ma poi in realtà non lo so. Non posso saperlo perché in fondo gli altri non esistono. Siccome sono un mostro, siccome ho deciso di essere un mostro, me ne sto rintanata nella mia tana al buio a mangiare. Mangio sempre. Mangio perché sono nervosa, la rabbia del mostro, mangio perché sono un mostro, un mostro e basta e non dovrei spiegare altro. Me l'ha detto anche mia madre, no? basta quella frase lì per spiegare tuttto e non ci sarebbe altro da dire. Tutto inizia e finisce lì, in quella frase, in quella parola. Mostro, e fidatevi, non ho nessuna coloratisima farfalla nascosta dentro da liberare .
Sono stata qui nella mia stanza anche il giorno del mio compleanno. Da sola. Magari ci saranno rimasti male anche i miei genitori, magari pensavano che perfino le figlie ciccione per i 18 anni uscissero con le amiche. Beh forse le altre lo fanno, le altre ciccione neodiciottenni dico. Ma io no. Io le amiche manco ce le ho. Ma non perché non mi abbiano voluto loro, ho semplicemente pensato che alle mie compagne di scuola non sarebbe piaciuto avermi vicino, allora sono rimasta in disparte.
Nessuno mi ha mai chiamata "cicciona" o "bombolona", neanche "pizza margherita" per i miei brufoli, semplicmente ho gli occhi per vedere, anche i mostri li hanno, e allo specchio di fronte a me c'è una pizza margherita cicciona. Allora sto a casa per non dare fastidio agli altri, per non offrire al mondo lo spettacolo di me. Sto nella mia camera a far fuori scatole di cioccolatini, e quando passo davanti uno specchio ogni tanto scoppio a piangere perché mi vedo enorme. Passato il pianto ritorna la rabbia, ritorna il nervoso, ritorna la fame.
Oh ma i miei ci hanno provato a farmi uscire, ad allontanarmi dalla mia stanza. Mi hanno iscritto a qualsiasi cosa, corsi di nuoto, palestra, mi hanno convinta perfino ad andare a correre una volta. Una volta mi hanno mandato a fare un corso di inglese, non sarei dimagrita ma almeno uscivo fuori dalla mia stanza. E' stato tutto inutile, facevo il giro della 4 vie intorno casa, andavo in un bar e mi prendevo un gelato, crema e cioccolato. Poi tornavo, salivo in camera e ricominciavo a piangere perché avevo detto una bugia a tutti, perché non avevo fatto quello che dovevo fare per un'altra volta. Perchè avevo deluso tutti mamma, babbo, me. Poi ricominciavo a mangiare, per diventare ancora più mostro. Più ingrasso più posso stare qui dentro nascosta, questo l'ho capito adesso.
Un paio di anni fa sono uscita per andare alle poste e ho fatto una stupidata. Ho visto il cartello di una maga e sono entrata. Mi ha detto che avevo problemi d'amore e di relazione e che l'aveva capito con i suoi poteri, e io le ho creduto. Mi ha detto: presto si risolverà tutto, presto quel ragazzo si accorgerà di te, vedo che tu hai tanto da dare. Si è vero, ho tanto da dare, tantissimo da dare, il mio tanto da dare straborda dalla tuta. Sono stata una scema. Che problemi poteva avere una liceale di 120 chili? Problemi relazionali, giusto? E io lì a sperare che avesse ragione, poi la speranza è diventata delusione e allora altri cioccolatini.

Ogni tanto sogno di svegliarmi ed essere magra. Una volta però ho esagerato anche nel sogno, come faccio con i cioccolatini. Ho sognato che ero sempre piu' secca ogni giorno di più, prima normale, poi il giorno dopo un po' più magra, poi piano piano sempre di più, alla fine ero una specie di scheletro con la pelle attacate alle ossa. Mi sono svegliata poco prima di sparire, peccato.



Grazie l'incipit, Richard. Grazie di tutto, Paola.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non fa paura, è solo vero e triste in maniera lancinante.