martedì 14 aprile 2009

Il numero 100 e il pensiero unico



Alla fine credo che la cosa che abbia fatto incazzare più di tutti gli offesi, i colpiti e gli intristiti, i feriti nell'orgoglio, i risentiti, quelli che vogliono strapapre il canone Rai, e quelli che si sono vergognati del nostro servizio pubblico non sia quello che è stato detto nella trasmissione di Santoro. Non credo proprio. Quello che ha fatto incazzare tutti è quello che non è stato detto.
Non hanno detto come sono stati tutti bravi DOPO. Non hanno fatto i complimenti a protezione civile, al cappello da pompiere di Berlusconi, agli aiuti arrivati, al cuore d'oro degli italiani ai messaggi ti-salvo-la-coscenza-ad-un-euro a gestori unificati. Hanno chiesto perché ci sono edifici che crollano? Non si sono spellati le mani pe rle tende messe a tempo di record e allora tutti si sono sentiti offesi.
Perché in Italia bisogna indignarsi, per le case che crollano? No, per le mani che non si sono spellate.
Ma come? una voce fuori dal coro? non facciamo le new town? non partecipi al grande pianto nazionale? non andiamo avanti così fino al prossimo terremoto? In italia non è bello dire una cosa diversa. No, bisogna far parte del coro unico nazional-piagnucoloso-fascio-popolare altrimenti tutti si sbrigano a farti buuu e non si chiedono se è vero o no quello che si dice, non si cerca dove sta la ragione, meglio un bel buuuuuuu , un sms che ci sta sempre bene, e poi tutti tranquilli vino al prossimo nuovo edificio che crolla. Però mi raccomando, non ditelo...

ah.. e mettiamo il fiocchetto nero su facebook eh...

Architektur ist Geiselnahme

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